#Gli ultimi americani
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[Gli ultimi americani][Brandon Taylor]
Tra racconto e romanzo, Brandon Taylor ci regala un affresco genuino e completo dell’America oggi.
In una Iowa City grigia, freddissima e periferica, tra le aule dell’università e i locali del centro, le vite di alcuni ragazzi si incontrano. C’è Seamus, un aspirante poeta caustico e irriverente, che per mantenersi agli studi lavora nella cucina di un ospizio. C’è Fyodor, madre nera e padre russo, che lavora nell’industria della carne ed è in una relazione travagliata con Timo, che non accetta…
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#2023#Bollati Boringhieri#Brandon Taylor#fiction#Francesca Manfredi#Gli ultimi americani#LGBT#LGBTQ#Narrativa#The Late Americans#USA
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Si vedrà, ma quel che è evidente è che l’entusiasmo democratico delle prime settimane sembra ora svanito trasformandosi in una reale e percepibile difficoltà.
La stessa difficoltà che è apparsa ben evidente in Kamala Harris l’altro giorno, quando è stata intervistata da Bret Baier a Special Report su Fox News.
La vicepresidente è apparsa nervosa e ovviamente poco a suo agio essendo nella tana del lupo, ma soprattutto scontrosa nei confronti del conduttore. A domande precise, come quella se sapesse dare un numero esatto o quanto meno approssimativo sul numero di immigrati clandestini entrati in America sotto la presidenza Biden, Harris ha iniziato come al solito a divagare e, incalzata da Baier sui numeri, ha dato in escandescenza. Ma anche quando il giornalista ha chiesto alla vicepresidente come mai l’attuale amministrazione non ha fatto nulla in tre anni e mezzo per arginare l’inflazione e lei oggi si ripromette invece di sovvertire i dati, Kamala, con la tipica smorfia di quando non le piace la domanda, ha risposto con un imbarazzante: “anche Donald Trump è in campagna elettorale da tre anni e mezzo”. Come se un candidato alla presidenza avesse gli stessi poteri esecutivi di un’amministrazione in carica; esilarante.
L’intervista si è conclusa con otto minuti di anticipo rispetto alle tempistiche concordate, con i quattro componenti senior dello staff di Harris che da dietro le telecamere si sbracciavano affinché la vicepresidente ponesse fine al disastro in diretta televisiva. Una scena pietosa.
I sondaggi servono, soprattutto ai giornalisti per riempire paginate o intrattenere il pubblico, ma la realtà è ben diversa da quel che apparentemente viene descritta: la luna di miele di Kamala Harris con l’elettorato è finita, e già da un pezzo; la corsa per lei è ormai tutta in salita.
Nel frattempo, pare che lo staff di Donald Trump stia già stilando una lista di possibili personalità da inserire nella prossima amministrazione, al contempo mettendo il veto su alcuni nomi di traditori che l’ex presidente non vuole più nemmeno sentire nominare. L’aria che tira sembra essere quella che noi auspichiamo. Siamo agli ultimi, decisivi, cento metri.
Capite perché gli ultimi giapponesi sull'isola, tipo quelli de Il Manifesto, devono sostenere che Trump stia dando evidenti segni di demenza?
Btw è stata una delle domande di Baier che più ha fatto incazzare Kamela: "quando si è resa conto per la prima volta dei problemi mentali di JoBiden?".
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"Mi chiamo Caryn Elaine Johnson, ma tutti mi conoscono come Whoopi Goldberg. Sono un’artista Egot (ossia il poker dei massimi riconoscimenti americani dello spettacolo: Emmy, Grammy, Oscar e Tony) a significare un’attrice che si è misurata con tutto: televisione, musica, cinema e teatro. Dicono abbia una simpatia travolgente e una carica di energia capace di andare in Vaticano e chiedere a papa Francesco di recitare in Sister Act 3 e di rilanciare nel mio show americano l’omaggio fattomi da Fiorello in tv.
Ho vinto l'Oscar come miglior attrice non protagonista per Ghost - Fantasma nel 1990 (seconda donna afroamericana dopo Hattie McDaniel, la Mami di Via col vento) e sono stata candidata come miglior attrice protagonista per Il colore viola di Steven Spielberg. Ho anche vinto due Golden Globe, due Emmy, un Saturn Award, quattro People's Choice Award, cinque Kids' Choice Award, sette Image Award, due Drama Desk Award e un Bafta. Nel 2002 mi è stata assegnata una stella nella Hollywood Walk of Fame.
Ho diretto e prodotto documentari, musical e film acclamati da pubblico e critica. Sono attivista per i diritti umani, il sostegno della ricerca contro l'Aids e i diritti dell'infanzia. Sono apparsa in innumerevoli trasmissioni e serie tv americane e, tra le altre, ho condotto insieme a Billy Cristal e Robin Williams nove stagioni di Comic Relief, uno speciale televisivo benefico a favore dei più svantaggiati. Dal 2007 sono una delle conduttrici della popolare trasmissione e progressista della Abc, The View."
A 68 anni ho scritto la mia autobiografia dal titolo "Frammenti di memoria".
Nel memoir, che ho scritto anche per superare il lutto di mia mamma Emma, mi racconto a partire dalla mia infanzia (nelle case popolari di New York, le gite a Coney Island, gli spettacoli di pattinaggio artistico sul ghiaccio e le visite ai musei) alla mia carriera, successi e fallimenti. Il libro è un omaggio alle figure cardine della mia vita, mia madre e mio fratello Clyde, entrambi venuti a mancare negli ultimi anni. Mia madre, orgogliosa, pratica e indomabile, ha trasmesso a noi figli l’amore e la saggezza necessari per riuscire nella vita, incoraggiandoci sempre a essere onesti almeno verso noi stessi."
Whoopi Goldberg
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L'oracolo Meloni ha parlato:
- No al salario minimo. Si al cuneo fiscale e contributivo!
In soldoni: -lascio che le imprese si mettano in tasca piu' soldi possibili seguitando a pagare meta' lavoratori del Paese a 5-7 euro l'ora e la differenza salariale che si avrebbe applicando un ipotetico salario minimo di 9 euro, la mette lo Stato con un cuneo fiscale ancora piu corposo dei 13 miliardi stanziati fino ad ora dagli ultimi 3 governi. Ad oggi, i vari tagli al cuneo hanno portato nelle tasche dei lavoratori dai 60 ai 100 euro. Costo 13miliardi. Con una spesa di 20miliardi l'anno, si daranno dai 100 ai 150euro complessivi in piu' in busta paga. Come un salario minimo o un rinnovo contrattuale.
Sempre in soldoni: gli imprenditori si ritroveranno 20miliardi di euro in piu'nelle tasche e il Paese avra' 20miliardi in meno da spendere per scuole, sanita', edilizia pubblica, ambiente, strade, cultura ecc..ecc.
Pochi ricchi sempre piu' ricchi, poveri sempre piu' poveri e classe media che si ritrovera' a doversi rivolgere a scuola e sanita' privata se vuole servizi accettabili. Manca solo il Baseball e poi saremo americani pure noi.. Auguri Italia !!
@ilpianistasultetto
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Storia Di Musica #319 - Black Country Communion, Black Country Communion, 2010
Il mese delle storia degli album delle band con "black" nel nome si conclude oggi. Vorrei ringraziare i suggerimenti, alcuni davvero interessanti, come Federica che mi ha suggerito i Beast Of Black (un gruppo heavy metal scandinavo che ama inserire le tastiere stile anni '80 nelle loro canzoni, e fa cover di qualsiasi cosa, persino di Michael Jackson e non solo dei Manowar), ma ho scelto per chiudere questa carrellata, necessariamente parziale e soprattutto cercando di andare oltre le scelte più ovvie (i Black Sabbath, già protagonisti di questa rubrica, o i Black Keys) un gruppo che ritengo estremamente interessante. L'ultima storia riguarda un supergruppo, che i più attenti hanno già percepito essere un'altra di quelle piccole passioni musicali personali. Questo è uno dei più recenti, e soprattutto uno tra i meglio amalgamati e capace di cose, a mio avviso, davvero notevoli. Tutto nasce quando, per una serie di concerti, Glen Hughes e Joe Bonamassa iniziano a suonare insieme nel 2009. Sono due personaggi grandiosi: Hughes, bassista, è stata una delle voci più belle degli anni '70. Iniziò con i Trapeze, prima un quintetto, poi un trio, che pubblicò nel 1970 due dischi bellissimi, Trapeze e Medusa, quest'ultimo uno dei dischi "tesoro nascosto" di quel periodo, poi nel 1973 viene chiamato a sostituire Roger Glover e Ian Gillian nei Deep Purple: è la seconda voce con David Coverdale in Burn, grandioso disco della band inglese, sebbene non venga accreditato tra gli autori per problemi legali. Continuerà nei Deep Purple fino al 1976, poi deciderà a lungo di andare a suonare un po' a piacere (i suoi anni da zingaro li ha sempre definiti), dischi solisti, cantante anche dei Black Sabbath al posto di Ozzy Osbourne e tante altre cose tra cui ricoveri, dipendenze, collaborazioni. Joe Bonamassa è uno dei più grandi chitarristi rock\blues di questa generazione, collezionista di strumenti vintage, amante del suono puro della chitarra con pochissimi effetti, fondatore e presidente della Keeping The Blues Alive Records, etichetta che permette ai giovani di avvicinarsi al genere e produce i più talentuosi giovani performer. Insieme a loro c'è il grande produttore Kevin Shirley (conosciuto come The Caveman, produttore e ingegnere del suono tra gli altri di Aerosmith, Iron Maiden, Journey, Rush, gli ultimi dischi dei Led Zeppelin) che è incaricato di trovare altri musicisti per un progetto di supergruppo. Shirley chiama due suoni amici: Derek Sherinian, tastierista ex Dream Theater, che furono prodotti da Kevin, e Jason Bonham, figlio del leggendario John "Bonzo", batterista come il padre. Scelgono come nome, in questa sorta di unione anglo americana (Hughes e Bohnam sono inglese, Bonamassa e Sherinian americani) Black Country Communion, dal nome della contea delle West Midlands che si chiamana così per l'effetto dello smog provocato sia dalle miniere che dalle fabbriche che usavano il carbone per l'energia.
L'idea della band è di riprendere il suono vintage del rock anni '70 e di catapultarlo in una atmosfera contemporanea. Non sempre le individualità favolose dei singoli nei supergruppi funzionano come le aspettative vorrebbero, ma stavolta l'amalgama e la musica non lasciano dubbi: sebbene non sia un disco innovativo, Black Country Communion, che esce nel Settembre del 2010 è un disco di grande rock "classico", registrato in poco tempo, con pochi aggiustamenti, sincero, fiero e suonato alla grande. Basta l'intro di Black Country e la sua evoluzione hard rock, per capire che questo non è solo un omaggio ad uno dei periodi storici del rock, ma è la voglia di mostrarsi ancora capaci: sono tre minuti e quindici da antologia. One Last Soul, che fu il singolo di promozione, è più leggera ma prepara il terreno per una prima parte di disco stupenda: The Great Divide, Down Again, Beggarman con assolo favoloso di Bonamassa, ma soprattutto la stupenda Song Of Yesterday, che parte come uno slow blues, sale fino in cima e negli ultimi minuti sfodera una cavalcata che sa di ore passate a suonare insieme. Nella second parte, la bella No Time, la ripresa di uno dei brani che Hughes scrisse con i Trapeze, Medusa, che perde l'atmosfera folk prog della sua versione originale, diviene più muscolare e potente ma si mantiene convincente. Il disco si chiude con due brani molto particolari: Stand, che fa della complessità dei ritmi e della stratificazione degli stili (è il brano più progressive in repertorio) il suo fascino, Sista Jane è un brano in stile AC\DC e gli 11 minuti di Too Late For The Sun sono il commiato jam rock di questo disco, tra acrobazie strumentali da pelle d'oca. In tutto il disco, la voce di Hughes giganteggia, a ricordare che negli anni '70 era soprannominato The Voice of Rock, con la solidità tecnica di Bonamassa, di Bonham e di Sherinian a creare un suono che rimane convincente. Il progetto continuerà con un Black Country Communion II nel 2011, un tour in Europa, racchiuso in parte nello splendido Live Over Europe (con alcune gemme, tipo Burn dei Deep Purple, The Ballad Of John Henry di Mississippi John Hurt suonata dal solo Bonamassa, l'intro di Won't Get Fooled Again degli Who prima di Sista Jane) ma dopo Afterglow del 2012 Bonamassa si chiama fuori. Durerà poco, perchè il piacere è così tanto che già nel 2016 ritornano insieme, e proprio di questi giorni è l'uscita del loro ultimo lavoro, V, a 7 anni da BCCIV.
Questi sono i miei auguri di Pasqua. Decisamente rock.
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I CONTI DELLA SERVA. Ieri Trump ha fatto sapere di aver avvertito l’Unione che i paesi europei che hanno avanzo attivo nella bilancia dei pagamenti (cioè che esportano in US più di quanto importano) dovranno pareggiare i conti acquistando più petrolio e gas americano, altrimenti “saranno dazi senza fine!”.
Solo nell’automotive, dazi pesanti sarebbero -25.000 posti di lavoro, per lo più tedeschi ed italiani. Vediamo un po’ la faccenda in soldoni.
La bilancia dei pagamenti Italia-US è attiva per 42 MLD €. La nostra bolletta energetica è di 66 MLD €. Dovremmo quindi stornare 2/3 dei nostri acquisti energetici dai ns fornitori abituali (tra cui il 25% dalla Russia) in favore degli americani. Da vedere però le tariffe applicate dagli americani, tra cui l’oneroso trasporto, ma soprattutto il costo dello shale gas che è parecchio fiori mercato rispetto a gas e petrolio afro-arabo-russo.
Se l’eventuale riorientamento delle forniture sarebbe un terremoto geopolitico e delle relazioni internazionali (operazioni Eni in Libia, Nigeria etc.), il costo sarebbe probabilmente un significativo ammanco di bilancio (spesa su Pil), una importazione netta di inflazione ed un aumento dei costi di produzione (per via del costo energetico) con effetti ultimi di aumento generalizzato dei prezzi e diminuzione delle esportazioni. In pratica, il suicidio non assistito dell’economia nazionale.
Forse potremmo mitigare un po’ la faccenda aumentando l’import dagli US di beni non energetici. Ma questo significherebbe infarcirci di roba per noi non immediatamente utile o fuori mercato. Comunque è da vedere se la condizioni le possiamo trattare o le decide Trump e basta.
Poco tempo fa, il nuovo segretario NATO Rutte, ha fatto sapere che il 2% di Pil in spese militari non è più il traguardo da raggiungere, ma il 3% o forse di più. Ieri Financial Times ha detto di saper per certo che Trump chiederà addirittura il 5%! Noi spendiamo circa 32 MLD € cioè il 1,42% del Pil. Arrivare al 3% significa raddoppiare la spesa ovvero altri 32 MLD €, un altro ammanco deciso del bilancio nazionale.
Che ci frega se abbiamo una delle popolazioni più anziane del mondo e medici ed infermieri scappano dai pronto soccorso perché non più in grado di operare umanamente il servizio? Ci faremo ricoverare in fureria.
A questo punto o Bruxelles manda in soffitta tutte le norme che governano le economie dell’area euro (rapporto debiti/Pil) o dovremo andare a tagliare la spesa pubblica (aumentare le tasse per carità, magari ai redditi più alti non se ne parla nemmeno). Il tutto per infarcirci di sistema d’arma per lo più americani. Forse una parte di questi nuovi acquisti potranno scalare i 42 MLD € di disavanzo attivo commerciale.
Trump realizzerebbe così diversi goal.
Il primo sarebbe che i vecchi patti ipotizzati da Obama anni fa quali il TTIP che doveva legare in una matassa commerciale US ed europei, sarebbero superati da questo ordine di importazioni coatte dove il guadagno è tutto da una parte. Pollo al cloro? Oh yes!
Il secondo è che forzando la vendita di energia americana oltre a rinforzare non più il legame ma la dipendenza geopolitica EU-US, beneficerebbe i principali sponsor della sua presidenza che sono -da sempre- i big dell’energia fossile.
Il terzo sarebbe la totale distruzione dell’economia europea a vari livelli, gli europei pagherebbero la svolta multipolare e l’espansione commerciale e produttiva cinese (e non solo) nel mondo che va a detrimento delle posizioni americane.
Infine, quarto, ci ritroveremmo gonfi di armi la cui gran parte è in elettronica ovvero US e quindi saldati una volta di più al polo US che deciderà dove, come e quando mandarci a far guerra di qui e di là secondo proprie intenzioni e benefici.
Tutto ciò verrà gestito dalla signora in immagine, affascinata da Milei e Musk, con i sodali della Lega e di Forza Italia per i quali tasse ai più capienti, politiche redistributive e di spessa sociale sono anatema. Non sono più di destra come molti dicono (categorie superate!), ci assomigliano solo.
Arrivati qui mi verrebbe voglia di intingere il pennino nel veleno e scrivere una notarella sui teorici del sovranismo e del populismo che forse negli ultimi anni non hanno ben capito che in mondo siamo capitati, i “non c’è più destra e sinistra”, quelli che si son bagnati vedendo eletto il "miliardario del popolo" alle ultime elezioni americane, coloro che passano il loro tempo ancora a volgere le loro ossessioni contro il genderismo, il green deal ed altre ininfluenti questioni di ininfluente guerriglia culturale, ma mi asterrò.
Del resto, se costoro non capiscono la lingua che parla la realtà concreta figurati quanto gliene importa di una nota di Fagan.
Auguri a Voi e famiglia!
NOTA. I conti si riferiscono al bilancio statale, cioè all'Italia e quindi "i conti della serva" del titolo, sono i conti dell'Italia. Ogni altra attribuzione dell'epiteto "serva" ad altro soggetto non era nelle intenzioni dell'autore del post. Pierluigi Fagan, Facebook
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ZELENSKY ULTIMO ATTO
L’immagine di Zelensky, tutto solo fra i big della NATO, ricorda da vicino i classici imbucati alle feste altrui: riescono in qualche modo ad intrufolarsi fra gli ospiti, ma poi nessuno se li fila.
Con una differenza: l’imbucato sa di esserlo fin dall’inizio, e cerca di fare il disinvolto, mentre Zelensky sembra quasi sorpreso dal disinteresse che circonda la sua persona. “Ma come - sembra che dica - io sono al centro della questione mondiale, e nessuno mi caga?”
Povero Zelensky. L’attore mediocre che ha voluto vestire i panni dell’eroe nazionale, su un palcoscenico in cui è solamente una comparsa. L’utile idiota che è stato mandato al macello (o meglio, che è servito a mandare al macello i suoi soldati) comincia forse a rendersi conto di essere stato solo una misera pedina. Con il “no” sfacciato all’ingresso nella NATO, accompagnato dalla clamorosa mancanza di un termine temporale per questo ingresso, forse ora anche lui comincia a capire che ha fatto da esca per giochi molto più grossi di lui.
In fondo, basterebbe guardare la storia, per capire come gli americani abbiano usato l’esca dell’ “entrata nella NATO dell’Ucraina” contro la Russia fin dal 2014. Fu allora che furono fatte le prime promesse al primo ministro Yatseniuk. Poi nel corso degli anni, fra una esercitazione congiunta e l’altra, gli americani hanno addirittura obbligato l’Ucraina a cambiare la propria costituzione (che prevedeva la neutralità internazionale) per permetteìrgli di entrare nella NATO. E già nel 2020 gli avevano concesso lo status di “partner con accresciute possibilità”. Quanto cavolo ci vuole a fare entreare un paese, se lo si desidera davvero? In fondo, con la Finlandia l’ingresso è stato fatto in quattro e quattr’otto. Solo un idiota può non vedere che con l’Ucraina gli americani invece temporeggiano all’infinito. E con la sberla in faccia di ieri, forse anche Zelensky ha cominciato a capirlo.
A questo punto, al guitto con i tacchi a spillo restano due opzioni: ritirarsi in buon ordine, dopo che avrà finito di mandare al massacro gli ultimi soldati rimasti, oppure insistere nel voler recitare all’infinito il ruolo dell’eroe patriottico e indefesso.
Al che ci penserà qualcun altro a toglierlo di mezzo.
Un’altra cosa che ci insegna la storia infatti (e che solo lui sembra non aver capito) è che gli americani sono disposti ad usare CHIUNQUE gli faccia comodo, quando gli è utile, per poi scartarlo insieme alla pattumiera dell’umido, quando non gli serve più. Gli americani non hanno un codice etico-morale. Sono pragmatici al 2000%.
Fra qualche mese, in un modo o nell’altro, inizierà l’atto finale di questa disgraziata tragedia.
Massimo Mazzucco
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HAPPY BIRTHDAY/BUON COMPLEANNO
Maestro DARIO ARGENTO
Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, nato a Roma il 7 settembre 1940. Capace di lavorare su generi cinematografici raramente affrontati dal cinema italiano (giallo, thriller, horror), ha creato un suo universo visivo ed espressivo, a tratti in debito con il cinema di Mario Bava. Ha inoltre assimilato e riproposto, sempre in chiave personale, il linguaggio di alcuni registi americani (Roger Corman, George A. Romero, Wes Craven). I suoi film, forti, tesi, ricchi di suggestioni, volutamente antirealisti e soprattutto capaci di suscitare forti emozioni, nascono "per essere rappresentati e non per essere letti. Nascono per immagini e non per concatenazioni di storie" (D. Argento, Profondo thrilling, 1994, p. 351). A partire dal 1973, si è dedicato alla produzione, oltre che di film propri, anche di quelli di altri registi, fra cui Romero, Lamberto Bava, Michele Soavi. Figlio del produttore cinematografico Salvatore e di Elda Luxardo, famosa fotografa di origine brasiliana, abbandonò presto gli studi per trasferirsi a Parigi, dove rimase per un anno vivendo di espedienti. Tornato poi a Roma iniziò a collaborare, poco più che ventenne, a giornali e riviste (in particolare al quotidiano romano "Paese sera" e a "Filmcritica"). Nel 1967 iniziò l'attività di sceneggiatore per film western e commedie, firmando tra l'altro, insieme a Bernardo Bertolucci, C'era una volta il West (1968) di Sergio Leone. Il suo esordio nella regia risale al 1970 con L'uccello dalle piume di cristallo, al quale hanno fatto seguito gialli di grande successo popolare (tra i quali Profondo rosso, 1975) e film di struttura più fantastica come Suspiria (1977) e Inferno (1980). Unica eccezione in questo percorso artistico così caratterizzato, il film di impianto storico, ma dai toni sarcastici, Le cinque giornate (1973).
Generalmente si considera la sua filmografia divisa in due fasi: in quella iniziale A. ha utilizzato sceneggiature dall'impianto apparentemente logico-razionale, con una serie di delitti compiuti da un assassino che viene smascherato al termine del film. A partire da Profondo rosso, uno dei film horror italiani degli ultimi trent'anni che ha maggiormente colpito l'immaginario dello spettatore, nelle sue storie sono risultati prevalenti gli elementi fantastici, e il dato visivo è diventato l'aspetto centrale del film, con un impasto di emozioni barocche e una colonna sonora che ha spaziato dalla musica classica al rock più ossessivo (per le scelte musicali A. si è affidato in particolare ai Goblin). In realtà, molti elementi rivelano una decisa continuità del suo lavoro: la claustrofobia di ambienti e situazioni (con una Torino ricreata come città incubo), le nevrosi dei suoi personaggi, un uso libero e delirante della macchina da presa che esalta la forza delle immagini senza troppo interessarsi della verosimiglianza di storie e dialoghi. Nei gialli dei primi anni, per es., ricorre un elemento decisamente antirealistico: le vittime, infatti, sono spesso pedinate dalla macchina da presa, che sembra così rappresentare il punto di vista dell'assassino, ma il colpo decisivo viene inferto da un diverso angolo visuale tanto da creare un effetto sorpresa per lo spettatore, violando volutamente le regole auree del giallo cinematografico. Più volte colpito dalla censura (Profondo rosso è uscito in Francia tagliato di quasi mezz'ora rispetto alla versione originale), A. ha saputo comunque conquistarsi un pubblico fedele e affezionato: le sue opere sono state distribuite in tutto il mondo ed è sicuramente uno dei registi italiani più noti all'estero. I suoi primi film (L'uccello dalle piume di cristallo; Il gatto a nove code, 1971; Quattro mosche di velluto grigio, 1971) hanno creato un genere e hanno avuto numerosissimi imitatori in Italia e all'estero, come testimonia la lunga serie di titoli in cui viene riproposta la zoologia fantastica che lo ha reso famoso. Anch'essi concepiti per un cast internazionale, ma meno facili da imitare, i suoi horror fantastici lo hanno avvicinato ai migliori autori dell'horror contemporaneo, quali Romero (con il quale ha instaurato un rapporto di collaborazione, essendo stato coproduttore del suo film Dawn of the dead, 1979, Zombi, e avendolo affiancato nel 1990 nella regia di Due occhi diabolici), e John Carpenter. Nel 1993 con Trauma, A. ha inaugurato il rapporto cinematografico con la figlia Asia che si è approfondito in seguito, in particolare per due film che l'hanno vista protagonista: La sindrome di Stendhal (1996) e Il fantasma dell'Opera (1998). Asia Argento, che ha lavorato con registi come Nanni Moretti, Abel Ferrara e Peter Del Monte, nel 2000 ha esordito nella regia con il film Scarlet diva.
Nel 2001 A. è quindi apparentemente ritornato a una struttura narrativa più tradizionale (il giallo classico) con Nonhosonno, anche se le emozioni visive hanno continuato a essere l'elemento più moderno e interessante. Il suo cinema, non sempre adeguatamente apprezzato dalla critica in Italia (che al più lo valuta come un discreto mestierante), è invece oggetto di culto soprattutto in Francia (dove nel 1999 gli è stata dedicata una retrospettiva completa presso la prestigiosa Cinémathèque française) e negli Stati Uniti, dove esiste una vasta e approfondita pubblicistica.
#dario argento#darioargento#giallofever#giallo#giallo fever#gialli#italian giallo#italian cult#cinema cult#cult#international cult#italian horror#master of horror#Italian director
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Percorsi.
In questi giorni ho visto svariati post un pò qua e su FB sulla commemorazione fascista, partendo dal fatto che a quanto pare non sia una cosa del tutto nuova visto che la fanno da anni e che a quanto pare è una di quelle notizie spalmate online per distrarre e che è ovviamente da denuncia visto che in Italia come in Germania esistono delle leggi contro l'apologia del fascismo e del nazismo, ultimamente l'Australia ha legiferato contro i simboli nazisti, finisci nel marsupio col pigiama a strisce direttamente e senza passare dal via. Ma vorrei fare una polemica a chi si indigna online, questo è il massimo che si fa oramai, avete mai pensate al perché noi abbiamo ancora quei trogloditi col braccio teso e la Germania no? Anche se il neo nazismo in questi ultimi anni si è proliferato nel vecchio continente come un cancro, le madri dei deficienti sono sempre in cinta. Le camicette nere nello stivale non furono processati come avvenne a Norimberga, almeno non duramente come in quel caso, si ok, qualcuno è stato giustiziato in pubblica piazza stile rivoluzione francese, ma mi pare il minimo che si meritavano. Il processo non venne fatto semplicemente perché gli yankee hanno bisogno di manovalanza di basso rango per i lavori sporchi e per destabilizzare, un classico senza tempo, infatti alcuni di quelli che erano fascisti poi finirono, sempre per mano dello zio sam, nelle forze dell'ordine, nei servizi segreti e molti anche in politica. Non è un accanimento contro gli americani il mio, almeno non tutti gli americani statunitensi, solo con quelli che governano e che come burattini vengono manovrati dalle lobby e dalla massoneria. La storia è chiara, avete presente gladio e l'operazione stay behind? Andate a documentarvi se non sapete di cosa sto parlando. L'Italia per nostra sfortuna ha una posizione geografica così favorevole che è stata colonizzata per prima, perché non sono venuti a liberarci ma a conquistarci semplicemente perché l'Europa è un boccone ghiotto e non può, NON PUO', essere una potenza mondiale, semplicemente perché è la matrice di questa parte di mondo oramai marcio denominato occidente. Quindi per chiudere sto discorso che ho altro da fare, non amminchiatevi sempre col dito quando la luna è chiaramente visibile e ringraziate sempre gli yankee per come ci hanno messo sull'incudine e martellati per benino, la melona e l'andazzo odierno è solo una conseguenza che passa nelle decadi ed è erede diretta del nano di arcore.
Cambiando discorso, Lunedì sono andato a prendere il midi controller e ieri mi sono messo a smanettare un pò, tra installazione e scaricamento dei vari programmi, alcuni in realtà inutili perché sono solo dei demo di software a pagamento (con prezzi onestamente assurdi, 500€ per uno strumento virtuale mi compro na chitarra nuova), quindi mi sono cimentato un pò, un bel pò fino a sera e dopo cena fino all'una :D. E' un giocattolino interessante con delle potenzialità enormi, oggi però ho il noioso compito della pulizia della casa, ma ho in programma la lettura del manuale (vi ho già detto che sono uno di quelli che adora i manuali, se non servivano non li creavano). Quindi bando alle ciance, eccola lo so la foto non è delle migliori ma non sono un fotografo.
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Comunque..
Oltre alle inculate da parti dei giapponesi, volevo dire che ultimamente mi sto scassando di video di persone che sono figlie di europei o americani MA sono nate e cresciute in Giappone.
E quindi loro vivono esattamente tutte le esperienze di merda che vivi tu da straniero però con l'aggravante che loro alla domanda da dove vieni? Rispondono chessò Ibaraki e gli si ride in faccia solo perché hanno gli occhi azzurri e i capelli biondi. Allo stesso tempo quando aprono la bocca tu li vedi proprio che hanno il cervello giapponese solo un poco più aperto a causa delle esperienze strane avute.
Mentre altre dopo un poco hanno avuto i genitori che li hanno salvati e gli hanno fatto fare gli ultimi anni di scuola in America e quindi hanno un cervello più funzionante con opinioni un poco più consistenti.
Però questa cosa mi ha fatto realizzare la stessa cosa che ho realizzato quando ho lavorato a Rovigo con gli americani che volevano la cittadinanza italiana per discendenza: che la gente si sposta a livelli che uno non si immaginerebbe mai. E così mentre uno nasce vive e muore con una generazione intera vissuta nello stesso paesello del cazzo o massimo nel paesello a fianco perché di può no oh cioè siamo pazzi (tipo io), ci sono persone da centinaia di anni che si accoppiano alla cazzo di cane tipo svedese e giapponese che vanno a vivere a Budapest oppure ghanese-americano e australiana che si incontrano in Giappone e fanno vita e figli lì oppure ho visto il video della storia di missionari inglesi che da 3 generazioni (!!!) vivono in Hokkaido con sto tipo che ha pure i nonni in Giappone ma inglesi.
Cioè se la gente pensasse a ste cose veramente le guerre e i passaporti non esisterebbero più e sarebbe pure ora...
però vabbè io vivo nel 4043...
e chissà se ci arriviamo.
#cioè nel senso chissà se per il 4043 ci arriveremo a non avere i passaporti#+ chissà se ci arriviamo come specie proprio#pensieri notturni#lasciamo stare poi il discorso linguistico perchè sennò mi metto a piangere#pensieri
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L’offensiva di Israele contro gli Hezbollah è iniziata ufficialmente il 17 settembre, con l’esplosione di migliaia di cercapersone in Libano e in Siria. Poi, ondate continue di bombardamenti e attacchi di precisione che, oltre a spazzare via ufficiali di alto e medio rango del Partito di Dio, hanno distrutto migliaia di postazioni, lanciarazzi e depositi di armi. (...)
Venerdì 27 settembre, lo Squadrone 69 dell’aviazione israeliana ha sganciato 80 bombe bunker busters su Beirut, uccidendo il numero uno di Hezbollah Hasan Nasrallah. Un’operazione condotta con estrema precisione (...).
L’Unità 8200, la squadra dell’intelligence israeliana dedita al cyber warfare, ha costruito sistemi informatici all’avanguardia per intercettare le comunicazioni dei terroristi libanesi e ha creato nuovi team all’interno dei ranghi del gruppo per far sì che le informazioni fossero inviate rapidamente all’esercito e all’aviazione. Tel Aviv, inoltre, ha fatto volare sempre più satelliti e droni sopra il Libano, in modo da fotografare continuamente le roccaforti di Hezbollah e registrare anche le più piccole modifiche agli edifici che potrebbero, per esempio, indicare la costruzione di un deposito di armi. In più, Israele ha sfruttato la vicinanza geografica con il Paese dei cedri per far infiltrare in profondità dei commando sotto copertura, incaricati di condurre delicate missioni di intelligence. Uno sforzo enorme, quello dello Stato ebraico, e segnale di un’audacia degli 007 di Tel Aviv che, secondo ex funzionari statunitensi, li distingue dai membri delle agenzie di intelligence più “tradizionali” e meno inclini a incorrere in rischi e problematiche legali.
Nel corso degli ultimi due decenni, questo lungo e paziente lavoro ha dato i suoi frutti. Nel 2008, il Mossad e la Cia hanno collaborato per eliminare Imad Mugniyah, un operativo di alto livello di Hezbollah. Nel 2020, l’intelligence israeliana ha monitorato i movimenti del generale iraniano Qassem Soleimani, il capo delle forze Quds, e ha passato le informazioni agli americani, che hanno provveduto ad ucciderlo in un attacco con drone all’aeroporto internazionale di Baghdad.
Nel giugno scorso, gli israeliani hanno eliminato Fuad Shukr, confidente di Nasrallah e ritenuto il numero due di Hezbollah. All’inizio di settembre, le forze speciali delle Idf hanno condotto un raid in una fabbrica di missili segreta legata al Partito di Dio e all’Iran in Siria, guidate dalle informazioni raccolte dall’Unità 8200. Poi, l’operazione dei cercapersone, resa possibile grazie alla creazione di una compagnia fasulla da parte del Mossad, che ha acquisito la licenza per fabbricare i dispositivi da una società taiwanese. Alcuni giorni dopo, è stato ucciso anche Ibrahim Aqeel, alto comandante militare di Hezbollah, ed è stato spazzato via il comando delle forze speciali Radwan. Infine, è stata la volta di Hassan Nasrallah, il bersaglio numero uno. (...)
Un avvertimento per tutti i capi del cosiddetto “asse della resistenza”, primo tra tutti l’ayatollah Ali Khamenei.
di F.J. Carpani via https://www.ilgiornale.it/news/guerra/unoperazione-lunga-ventanni-cos-israele-ha-decapitato-2374372.html
TERRORISHMO !!! Ululano i servi delle Istituzzioni statali, finalmente sotto mira, finalmente terrorizzati loro, assieme al mainstream colluso e ai boccaloni che ci credono.
Chiamatelo come volete, la guerra è sempre merda sempre e per tutti ma se ti ci ritrovi, non c'è paragone tra questo modo di condurla, con bombe intelligenti nel senso che vaporizzano i capi e i buroApparati, non i soldatini carne da macello come nella Ucraina che tanto piace ai capintesta nostrani, ma pensa.
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Ti porto a fare un giro
Ti porto a fare un giro mamma, tu così fragile e piccina. Con i tuoi vuoti di memoria e le tue ridondanze.
Ho smesso di raccontarti chi sono io in realtà molto tempo fa, hai sempre avuto le tue convinzioni inamovibili. Le tue certezze senza basi.
Dall'auto sembri guardare il mondo dal finestrino di un treno. Uno di quelli che ti porta lontano. Le strade e il paesaggio cambiano velocemente qui da noi negli ultimi anni sai?
Spesso uso il navigatore per ritrovarmi in zone che non riconosco più o, forse, non voglio più riconoscere.
Le tracce del passato fatto di corti, cascine e oneste case di schietti lavoratori lasciano il posto a nuove palazzine architettonicamente diverse. Così diverse da come le costruiva papà.
Sembra tutto nuovo per te, hai lo sguardo di una bambina che arriva dalla campagna per la prima volta in città.
Posso immaginare uno sguardo simile quando dal tuo mondo partenopeo fatto di terra lavica calda e fertile, di colori vivaci sotto il sole come il tuo carattere, arrivasti qui. In queste terre difficili da comprendere ma che una volta intese sanno comunque stupirti.
Per accompagnarti nel viaggio riproduco musica al pianoforte, tra queste sinfonie parte inaspettatamente un brano suonato magistralmente.
Hai il volto stanco, lo sguardo assente ma quando parte "Reginella" i tuoi lineamenti si rilassano, da quel vuoto creato dal tuo osservare silenzioso sento la tua voce cantare, la tua mente ricordare:
"Te si' fatta 'na veste scullata
Nu cappiello cu 'e nastre e cu 'e rrose
Stive 'mmiezo a tre o quattro sciantose
E parlave francese è accussì
Fuje l'autriere ca t'aggio 'ncuntrata
Fuje l'autriere, a Tuleto, gnorsì"
Sei ancora intonata mamma.
Nella mia mente risalgono i tuoi ricordi che mi raccontasti, di quando piccina cantavi sul palco per gli americani, quelli che entrarono a Napoli in un fine settembre del 1943, riempiendo le strade e le campagne limitrofe di speranze e di aspettative. Tu che la vera fame l'hai sentita stringerti lo stomaco, patendola per una guerra assurda come lo sono tutte le altre.
Ti porto a fare un giro mamma, in quei posti che avresti voluto vedere con lui e invece ci sei andata da sola.
Io mamma viaggio tanto nella mia testa sai? Si che lo sai. Hai sempre detto a tutti che io ho la testa fra le nuvole. Eppure io volevo restare con i piedi per terra, ma la superbia dell'uomo mi ha portato a viaggiare tra le nuvole.
Mi stavo solo proteggendo mamma, o forse sopravvivevo a una vita dove chi è più scaltro e furbo vince. Trattando da perdente chi, come me, da spesso la precedenza. Pensando di fare un gesto gradito.
Ti porto a fare un giro mamma per vedere la bellezza nei tuoi occhi, quelli di chi è diventata di una semplicità disarmante. Di occhi complicati ne vedo troppi.
Ti ho portato a fare un giro mamma, ora riposa tranquilla e ripensa a quello che hai visto, a quello che hai sentito, a un pomeriggio passato con il figlio che ti è rimasto vicino. Quello che oggi chiami ancora "figlio mio".
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Gli Stati Uniti hanno inviato le garanzie richieste dall’Alta Corte di Londra che potrebbero aprire la strada all’estradizione del fondatore di Julian Assange dalla Gran Bretagna. La Corte inglese, nell’ultima udienza, aveva fermato l’estradizione chiedendo agli USA la garanzia che il fondatore di WikiLeaks avrebbe potuto avvalersi del Primo emendamento (quello che protegge la libertà di stampa), che non sarebbe stato discriminato nel processo e che non avrebbe rischiato la pena di morte. Le rassicurazioni inviate dagli USA accolgono gli ultimi due punti, ma restano vaghe sul primo, affermando che Assange “avrà la possibilità di provare a fare affidamento su un processo che sia sotto la protezione del primo emendamento, decisione che può essere presa solo dalla Corte americana”. La Corte inglese prossimamente si pronuncerà e potrebbe così avviare l’estradizione di Assange, la cui moglie, Stella Morris, ha affermato che gli USA «si sono limitati a sfacciate parole ambigue» e che la nota diplomatica «non fa nulla per alleviare l’estrema angoscia della nostra famiglia riguardo al suo futuro».
Negli ultimi giorni sono emersi i dettagli delle garanzie fornite dagli Stati Uniti all’Alta Corte di Londra, all’interno delle quali si scrive che il fondatore di WikiLeaks – che nel 2010 ha pubblicato file riservati del governo americano che hanno svelato i crimini di guerra consumati da Washington nella prigione di Guantanamo Bay, a Cuba, in Iraq e in Afghanistan – “non subirà alcun pregiudizio a causa della sua nazionalità per quanto riguarda le difese che potrà cercare di sollevare al processo e alla sentenza”. Oltre a garantire che “una condanna a morte non sarà né richiesta né imposta ad Assange, rispetto alla possibilità per il giornalista australiano di “sollevare e cercare di far valere” il primo emendamento, gli Stati Uniti hanno scritto che la sua applicabilità “è esclusivamente di competenza dei tribunali americani”. Se ad Assange verrà negato il permesso di ricorrere in appello, rischia di essere estradato negli Stati Uniti nel giro di pochi giorni, avendo esaurito tutti i ricorsi presentabili del Regno Unito. A quel punto, l’unica speranza per lui sarebbe l’intervento della Corte europea dei diritti dell’uomo. ��Gli Stati Uniti hanno rilasciato una non assicurazione in relazione al Primo Emendamento e un’assicurazione standard in relazione alla pena di morte», ha dichiarato in un comunicato Stella Morris, moglie e avvocato di Assange, sottolineando l’angoscia provata per la «cupa aspettativa» del giornalista «di spendere il resto della sua vita in isolamento negli Stati Uniti per aver condotto una pluripremiata attività giornalistica». Gli avvocati di Assange sono ora chiamati a presentare entro il 30 aprile le obiezioni all’attendibilità delle garanzie americane, mentre gli USA avranno tempo fino al 14 maggio per depositare le critiche a quelle obiezioni. Il 20 maggio avrà luogo un’ulteriore udienza in tribunale a Londra, quando la Corte si troverà a riesaminare nuovamente il caso.
Assange è detenuto nella prigione londinese di Belmarsh dal 2019, quando è stato sfrattato dall’ambasciata ecuadoriana che precedentemente gli aveva offerto rifugio. Tre anni dopo, il governo britannico ha ufficialmente approvato la sua estradizione negli Stati Uniti. Dopo essersi riunita in udienza lo scorso 20 e 21 febbraio, l’Alta Corte di Londra ha spazzato via sei delle nove obiezioni alla richiesta statunitense di estradare Assange formulate dai suoi avvocati, chiedendo agli Stati Uniti di fornire garanzie sulle tre rimanenti. Se gli USA non convinceranno i giudici, la richiesta di estradizione formulato dal Department of Justice oltre-atlantico sarebbe respinta. Al contrario, la Corte potrà negare la validità delle tre rimanenti obiezioni della difesa, rigettando la richiesta di Assange di riaprire il suo caso e aprendo alla sua estradizione. Negli Stati Uniti, il giornalista rischia di finire la sua vita in galera.
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La sede della Olivetti a Cupertino in California, quello che dell’Italia non si racconta…
Vale la pena di ricordare che la Olivetti aprì una sede a Cupertino nel 1972, quando Jobs era ancora un fricchettone impiegato in Atari e Wozniak pianificava il resto della sua vita in HP. Mi piace ricordare questi dettagli non tanto per spacconeria campanilistica, quanto per dare l’idea dell’enorme vantaggio che l’azienda di Ivrea sugli americani (in Europa non c’era partita, Olivetti negli anni ‘80 fu primo produttore di Pc e terzo al mondo, creando i primi portatili con processori micro) che arrivano dopo su certe “visioni”, grazie a noi italiani, che non siamo solo pizza e mandolino come una certa vulgata mediatica ha descritto il Paese ed i suoi abitanti negli ultimi 30 anni.
Ai giovani va spiegato cosa fosse la Olivetti, chi fosse Faggin (inventò il touch…) e che contributo diede il nostro Paese alla rivoluzione informatica (la NASA copiò un calcolatore, un elaboratore italiano, per mandare l’Apollo sulla Luna…in tempi in cui il termine computer non lo utilizzava nessuno…” elaboravano” le macchine a quel tempo, per utilizzare l’italiano…). Paradossale a scuola tutto questo non sia nei programmi…
In Europa nessuno può vantare ciò che fece la Olivetti, industria gioiello che fu ridimensionata a partire dal 1992, ovvero da quando partì la svendita degli ori di famiglia. Un Italia troppo forte economicamente non andava bene a certe latitudini.
Va riscoperta la storia industriale del Paese, perché, come sosteneva Enrico Mattei, gli italiani devono esportare tecnologia ed idee e non braccia, insomma all’estero non si va per fare gli straccioni.
L’italiano medio è all’oscuro della vera natura dell’Italia post 1945, va posto rimedio. Marco Pugliese.
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Il sandalo Arizona di Birkenstock è stato il prodotto più usato ai piedi delle europee quest'estate 2024, soprattutto a Parigi.
Arizona è diventata uno dei sandali più ricercati e amati degli ultimi anni.
La fedeltà è una cosa seria nel mondo delle scarpe. Carrie Bradshaw ha giurato fedeltà a Manolo Blahnik, Christian Dior si è alleato con il genio creativo di Roger Vivier,
Coco Chanel si è rivoluzionato con i suoi sandali bicolore e migliaia di donne sono state conquistate dalle suole rosse di Christian Louboutin.
Ora che il comfort è tornato di moda (nessuna previsione di andarsene), il modello Arizona è entrato nella hall dei must-have: i sandali Arizona, adottati da fashionisti e adorati sui social media.
Birkenstock è il brand del momento dal 2020, come The Lyst Index, una classifica che elenca i brand e i prodotti più desiderati dai consumatori. Basandosi sul comportamento di oltre 9 milioni di persone, hanno rilevato che la ricerca dei tradizionali sandali Birkenstock, in particolare il modello Arizona, è cresciuta del 225%.
Con suola realizzata con la miscela di sughero e lattice, e rivestita in camoscio e strisce di pelle con fibbie di metallo, il grande differenziale del sandalo è la soletta a forma anatomica, che dà supporto ai piedi.
Non sempre il sandalo è stato un successo, e per molto tempo è stato tagliato di brutto, sgradevole e scomodo.
In quasi 250 anni di storia, Birkenstock è riuscita ad affermarsi, crescere, diffondersi in tutto il mondo, diventando oggetto del desiderio.
La sua storia iniziò nel 1774 nella città di Langen-Bergheim, vicino a Francoforte, Germania, quando Johann Adam Birkenstock fu registrato come calzolaio.
Gli affari di famiglia andavano bene, passando di padre in figlio, finché il nipote di Johann, Konrad Birkenstock, iniziò a produrre e vendere solette ortopediche a Francoforte nel 1896.
All'epoca le suole delle scarpe erano tutte dritte e non consideravano le curve naturali dei piedi. Konrad ha poi creato il “porta arco contornato”, che oggi viene usato in diverse scarpe.
Sapeva di avere qualcosa con molto potenziale tra le mani, così ha viaggiato nelle campagne di Germania, Austria e Svizzera diffondendo la sua invenzione e vendendo la tecnica ad altri calzolai.
All'inizio del XX secolo Konrad si accorse che la domanda di scarpe su misura stava diminuendo.
Un cambio di rotta era necessario.
Con un ottimo fiuto per gli affari, Birkenstock ha iniziato a produrre solette flessibili con questo supporto per l'arco contornato.
Realizzate con una caratteristica sfumatura di blu, le solette divennero il più grande successo, poiché davano più supporto ai piedi e di conseguenza più comfort.
Con la Prima Guerra Mondiale nel 1914, Birkenstock iniziò a progettare e produrre scarpe per soldati feriti ricoverati in un ospedale di Francoforte. I medici ortopedici hanno conosciuto i prodotti, hanno apprezzato e incoraggiato Carl Birkenstock, nipote di Konrad, ad espandere la propria attività.
La Germania soffriva per le conseguenze della guerra, ma la famiglia Birkenstock andava benissimo. Hanno aperto la prima filiale a Vienna, Austria, poi sono andati in Norvegia, Italia, Svizzera, Francia, Belgio, Olanda... praticamente tutta l'Europa aveva rappresentanti del marchio.
Nuove fabbriche sono state inaugurate e lavoravano a pieno ritmo.
Negli anni '60 le Birkenstock attraversarono l'Oceano Atlantico e finirono negli Stati Uniti per mano di Margot Fraser, una stilista tedesca che viveva in California.
In vacanza in Germania ha incontrato i sandali Birkenstock e le sono piaciuti! Ne ha comprate un paio e le ha portate alle sue amiche, che sono piaciute anche loro. Lei e suo marito hanno poi contattato la famiglia Birkenstock e sono diventati i rappresentanti del brand negli Stati Uniti.
È stato difficile convincere i negozi di scarpe americani che le Birkenstock potevano essere una buona idea. Secondo i venditori, nessuna donna vorrebbe comprare quegli orribili sandali. Per questo Margot e suo marito hanno dovuto incontrare il loro pubblico: hanno trovato fiere incentrate sulla sana alimentazione, vendendole a persone che apprezzano uno stile di vita più alternativo.
La fama dei sandali è stata costruita con bocca a bocca in America. I venditori dei negozi di prodotti naturali provavano il sandalo, lo trovavano comodo, lo consigliavano ai clienti e così è stato.
Negli anni Settanta Birkenstock era già un successo tra gli hippie.
Il modello Arizona, che oggi è il campione di vendite, è stato sviluppato all'epoca e disegnato da Margot Fraser.
Andava tutto alla grande fino all'arrivo degli anni '80, e l'estetica hippie è passata di moda.
I sandali super confortevoli erano la faccia di quello stile, e poi sono tornati considerati brutti.
È stato un periodo difficile in cui il brand ha cercato di reinventarsi e modernizzarsi, colorando le strisce di pelle e lanciando nuovi modelli.
Ma solo negli anni novanta Birkenstock è finalmente caduta nelle grazie dei fashionisti.
Kate Moss, a 16 anni, indossava sandali del tipo nell'iconico editoriale di The Face Magazine che l'ha lanciata nel mondo nel 1990 e da allora stilisti e marchi come Marc Jacobs, Narciso Rodriguez, Paco Rabanne, Jean Paul Gaultier, Alexander Wang e Phoebe Philo su Céline (all'epoca ancora con accento) o hanno adottato i sandali iconici o disegnato scarpe simili per le loro collezioni.
Più recentemente, il marchio secolare tedesco ha unito le forze con grandi nomi come Valentino, Proenza Schouler e Rick Owens per lanciare collaborazioni.
Il sandalo è finito fino all'Oscar 2019 ai piedi di Frances McDormand, salito sul palco per consegnare il premio come miglior attrice a bordo di una coppia di Arizonas verde limone — quelle della collab con Valentino.
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Il gas che costa zero
Il gas più economico della terra è in Texas nel Permiano, il prezzo medio del 2024 è zero. Ma come ci sono arrivati gli americani, e forse anche i russi o i canadesi ma non si sa? E cosa sta guidando tutto questo? Sempre il petrolio, la cui ricerca nelle pietre bituminose ha scatenato una crescita senza precedenti della produzione di gas associato, otto volte negli ultimi dieci anni. Un…
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